Già a partire dalla sua definizione si possono intuire i confini mobili delle “industrie culturali e creative” (ICC).
Rientrano nella categoria non solo le aree artistiche tradizionali ma anche il design, la moda, l’artigianato, l’intrattenimento e l’industria del gusto.
Mentre nell’Europa centrale e meridionale permane un modello di impresa culturale più tradizionale, legato al patrimonio culturale; nell’Europa settentrionale si è sviluppato un modello legato a settori culturali più moderni e tecnologici.
In Italia, il Rapporto 2012 sull’industria culturale ha dimostrato che la filiera culturale crea occupazione e produce ricchezza, ma si tratta ancora di una potenzialità in gran parte inespressa, che potrebbe contribuire a favorire il rilancio economico.
Proveremo a delineare prospettive e scenari di valorizzazione delle ICC il 10 settembre 2021 a Economia Pulita presso Centro San Domenico, Bologna.